venerdì 17 settembre 2010

Salento 2010 - Forum al Fondo Verri


"Bioenergia & Protezione Ambientale:
Scenari di Sviluppo Sostenibile per il Salento”.
Ambiente, salute, ecologia ed energia

24 settembre 2010, 9:30/13:00
Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 4, Lecce



Il forum “Salento 2010: convergenze possibili” che si è svolto il 19 marzo scorso alle Officine Cantelmo di Lecce ha coinvolto istituzioni pubbliche ma anche privati, operatori culturali, comitati, associazioni, testate giornalistiche, salentine e non, in una interessante disamina di ciò che si agita sul territorio, per ascoltare e proporre ipotesi di progettualità che possono fare “grande” il Salento.
Tra gli obiettivi del forum, "fare rete" al fine di agevolare sviluppo, innovazione, ricerca, crescita economica, e comunicazione. Ma non solo: si è cercato di contribuire a trovare soluzioni capaci di valorizzare al massimo grado alcune delle risorse tipiche del Salento, come sono quelle agricole, e dare un piccolo stimolo alla creazione di un indotto culturale ed economico per la creazione di prospettive di crescita e di un futuro sostenibile.
Occorre prendere atto che alcune amministrazioni salentine, così come gli organismi competenti in materia di energie, ambiente e non solo, dell'attuale amministrazione regionale pugliese stanno investendo direttamente, oppure favorendo gli investimenti privati, nella realizzazione di impianti eolici, fotovoltaici e di altre tipologie caratterizzate dal notevole impatto ambientale. Si tratta in molti casi di impianti la cui totale incompatibilità col territorio salentino è messa in evidenza nello stesso Piano Paesaggistico della Regione Puglia: il PPTR recentemente approvato dalla Giunta Regionale. Accade così che, a causa della disinformazione prevalente, ma anche del clima di allarmismo cui contribuiscono sovente anche i media, si generi nei cittadini una preoccupazione a volte giustificata, a volte no, e si rischia di perdere importanti opportunità di crescita.
Ne emerge così l’esigenza di affrontare il complesso e ampio tema del territorio, in tutti i suoi molteplici aspetti: dalla pianificazione ambientale, al turismo, al paesaggio, alle opere marittime, alle energie. In una parola: lo “Sviluppo”, in tutte le sue accezioni. Un tema che, come sappiamo, riguarda molto da vicino il territorio, ricco com’è di materia prima (sole, vento, prodotti residuali dell’agricoltura) ma soprattutto i cittadini, perché coinvolge direttamente il loro presente, ma anche il loro futuro e quello dei propri figli. Ragione per cui certe scelte, tra cui quelle concernenti l’energia, per loro natura capaci di sovvertire in modo invasivo e duraturo l’assetto di un intero territorio non possono essere lasciate esclusivamente al gioco della politica e/o degli interessi privati. Ecco perché riteniamo fondamentale promuovere un confronto pubblico allargato a tutte le forze sociali, affinché quelle stesse scelte siano il più possibile condivise e non subite. Questo dunque l’obiettivo dell’incontro previsto per il 24 settembre al Fondo Verri di Lecce. Dunque in un unico incontro, da soggetti pubblici e privati, verranno affrontate le tematiche calde della questione ambientale nel Salento. Hanno aderito alla prima sezione:

Antonio Mengoli - Presidente della Sezione Costruttori di Impianti ed Energia Confindustria Lecce

Luca Calò - KALEOS

Marcello Piccinni - FIUSIS s.r.l.

Giuseppe Casciaro - ASTI

Vander Tumiatti - Sea Marconi Technologies

Vito Rizzo Presidente del comitato civico IO CONTO di Ugento

Antonio De Giorgi del Forum Ambiente e Salute di Lecce

Sergio D'Amico (Energy Manager) - Associazione "Pro Natura Lecce"

Laura Longo - Ripensandoci

Roberto Paladini - Cultura e Ambiente


"Bioenergia & Protezione Ambientale:
Scenari di Sviluppo Sostenibile per il Salento”.
Ambiente, salute, ecologia ed energia


24 settembre 2010, 19:30
Fondo Verri, via S. Maria del Paradiso 4, Lecce



Ambiente tra le righe

Moderatore: Stefano Donno

Presentazione dei volumi

Il Vento e le Pietre di Dario Stornati (Lupo editore)

Dario Stomati è un neurologo di Mesagne, che poco ha a che fare con la storia, anzi, con la preistoria, e men che meno con pietre, megaliti e reperti archeologici. Eppure è lui la voce narrante di questo viaggio tra i megaliti del salentino e sulla cultura che li ha prodotti. Il libro da lui scritto – tra le numerose pubblicazioni scientifico e a carattere medico – è Il vento e le pietre, edito dalla Lupo (pp. 181, 15 euro), pubblicato nel 2010.
Questo libro si pone come un percorso tra pietre, popoli e territori. Ciò che spinge questo percorso è il vento, equivalente della curiosità e della passione dell’autore per le “grandi pietre”. Seguendo tracce di enormi dimensioni, egli ritrova nelle testimonianze megalitiche salentine tutti i segni di un’unica cultura passata, i cui confini vanno ben oltre la punta della nostra penisola. Questa cultura è definita “proprioeuropea”, perché abbracciava popoli del Mediterraneo, della Francia, popoli che risiedevano sulle coste europee che danno sull’Atlantico, espandendosi fino alla Romania ed al Medioriente. Questa cultura è quella che ha preceduto la cultura indoeuropea, da essa completamente soppiantata; ma è anche la cultura imputata di aver lasciato un segno del proprio passaggio non indifferente, i megaliti. Un estremo, ultimo avamposto dei “proprioeuropei” sono i cretesi, ipotesi non del tutto accreditata e non supportata dall’autore stesso, che preferisce vedere in dolmen e menhir un romantico mistero dell΄antichità, una domanda sempre aperta sul passato.
La sezione dei libri sulle pietre sicuramente non è vasta, né riporta moltissimi titoli ed autori. Indi, è apprezzabile che vi siano novità in tal senso, in un settore di sua natura così immobile. Certamente, bisogna aver passione e volontà per farsi interessare ad un così atavico problema. C’è chi intravede in queste strutture preistoriche un fascino assoluto, dovuto alla totale assenza di spiegazioni verosimili nonché alla plastica bellezza della muta pietra, che si erge placida e tranquilla, per esempio, nelle campagne salentine, piuttosto che in quelle della Normandia francese. Tali monumenti (dedicati alla natura? al divino? alla solitudine di chi li erigeva?) creano da un lato interrogativi su possibili collegamenti culturali interspaziali; dall’altro pongono introspettive domande; ed inoltre, naturalmente, provocano lo scatenarsi di dubbi e ipotesi sulla storia passata. La ricerca di Stomati si rivela puntuale, dettagliata e complessa perché attraversa giustamente numerose scienze: archeologia, etnografia, antropologia. Solleva diversi dubbi, privi di risposte certe; ci si affida infine soltanto alla certezza che il vento continui da millenni a scalfire quelle pietre nello stesso modo. Azzurra Scattarella


Il rientro dell’impulso di Marcello Costantini (Lupo editore)

Si tratta di un tipo particolare di giallo, ovvero quello di natura archeologica, che attraverso una ricchissima serie di narrazioni e storie tratte da fonti specifiche, attraverso l’utilizzo di analisi proprie di metodi provenienti dalla ricerca in questo ambito, la generosità delle citazioni che mai stancano per come il tutto è costruito, ci fanno provare il piacere di una lettura fatta di intrecci che vanno dalle indagini su Roca e la sua tradizione, di un misterioso archeologo “finto messicano” Pallares (curioso e coltissimo) coinvolto in un singolare omicidio le cui vicende ruotano attorno all’Università del Salento, Maria d’Enghien e la sua vicinanza psicotica al tarantismo e mistica al santo dei ragni (S. Paolo di Galatina), e ancora i Normanni, la civiltà dei Messapi legata al culto di una divinità sconosciuta, e ancora tutta una serie di suggestioni che fanno parlare a viva voce paesi salentini come Galatina, Scorrano, Roca, Specchiulla, Porto Badisco sino ad arrivare a Stoccolma, Parigi e Lisbona. Un libro che contribuisce a mettere a nudo il b-side dell’estremo tacco d’Italia, seguendo un intricato percorso che lo porta tra riti primitivi e regine ''tarantate'', santi ambigui e dei arroganti.

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