giovedì 4 febbraio 2010

Il redattore, tecnico dell’accessibilità

di Alessandra Repetto

Avete mai provato ad ascoltare un sito?
Bisognerebbe sempre "ascoltare" una pagina web: è il primo passo per capire cosa significa davvero accessibilità.

I non vedenti per navigare in internet usano gli screen reader, delle periferiche speciali che traducono il sito in linguaggio vocale.
Oltre alle sintesi vocali e alle barre braille, ancora troppo costose e poco diffuse, esistono anche altri dispositivi in via di perfezionamento: emulatori di mouse, tastiere espanse per i disabili motori, input vocale.

Un buon redattore sa che ci sono persone con diversi handicap: gli utenti possono essere persone cieche, ipovedenti o daltoniche, quindi è importante usare colori contrastanti per sfondo e scritte, come anche caratteri di dimensioni sensate.

A chi ha problemi uditivi è importante fornire sempre un'alternativa testuale ai file video e audio.
Un esempio: sto guardando un sito istituzionale di una pubblica amministrazione (quindi un sito che per legge deve farsi capire da tutti), e in particolare una pagina che riguarda gli italiani all'estero.
Vedo: una banda grafica dove c'è scritto "emigrazione", un breve testo introduttivo e una foto dei primi anni del secolo che ritrae una comunità di emigrati in Argentina.
Il convertitore vocale legge la stessa pagina così: "BARRA GRAFICA A CAPO I CONTRIBUTI VIRGOLA I PROVVEDIMENTI ADOTTATI DAL GOVERNO VIRGOLA E MOLTO ALTRO FESTA DEL RACCOLTO NELLA PAMPA ARGENTINA INFORMAZIONI UTILI PER GLI ITALIANI ALL'ESTERO PUNTO".
Era compito del redattore dire/scrivere chiaramente che quella pagina parla di emigrazione, tradurre anche in testo il contenuto della banda grafica, dire che c'è una fotografia dei primi del secolo che ritrae la festa del raccolto nella pampa argentina.

Rendere un sito accessibile - che fondamentalmente significa aderire a degli standard di programmazione - serve comunque a tutti: a chi si collega con un browser normale, piuttosto che a chi usa un cellulare wap o un convertitore vocale.

Il riferimento ufficiale in tema di accessibilità dei siti internet ai disabili sono le linee guida WAI (Web Accessibility Initiatives) del W3C (World Wide Web Consortium), che si fondano su un presupposto ben preciso: chiunque deve essere in grado di accedere a un sito. Non devono esserci dei siti appositamente creati per i disabili, ma ogni sito deve essere accessibile a tutti.

Le regole per garantire l'accessibilità sono ferree: il codice html va applicato perfettamente e le pagine devono essere validate una per una, a mano, con il software (che si chiama minacciosamente "validator") messo a disposizione dal Consorzio, in grado di rilevare ogni minima imperfezione del codice. Da questo punto di vista mettere a norma un sito è un fatto piuttosto meccanico.

Se è vero che rendere un sito accessibile significa fondamentalmente applicare le disposizioni del W3C in fatto di codice, molti aspetti dell'accessibilità riguardano invece direttamente chi si occupa di testi e di progettazione: non è solo un codice "sporco" a rendere poco accessibile una pagina, il nemico numero uno di un sito è una cattiva scrittura. Per questo il redattore è il vero tecnico dell'accessibilità: è sua la responsabilità di una pagina che non sa "parlare", così come suo è il merito di un sito che diventa punto di riferimento per l'intera comunità dei navigatori...
Articolo tratto da mestierediscrivere

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